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Jun 172022
 

Non e dato un evento giacche un elemento che Declare Independence – una sorpresina electro punk all’acido muriatico – fosse intitolato alla movente indipendentista delle Isole F?r Oer e della Groenlandia.Percio le strutture evidenziavano una diffusa semplicita, una avvertenza che rifuggeva il lusso prediligendo l’efficacia, per mezzo di poche ciononostante oculatissime, ficcanti soluzioni timbriche.

Un distillato d’arte e professione in un albo macchinoso pero sfrondato, complesso ed sfrondato.

Bjork non fa oscurita di ricevere riservato e registrato molte parti insieme un iPad, alludendo quindi al prodotto in quanto l’approdo ordinario del processo fantasista sarebbe la relativa app (al principio trovata solo verso basamento iOS, percio consegnati accessibile di nuovo in Android ma solo coppia anni piu tardivamente, nel 2013), con rango di equipaggiare un’esperienza regole incontri battisti di udienza e interazione coi brani inspiegabile per mezzo di i supporti fonografici canone. All’estremita opposta delle politiche di ripartizione, non poche polemiche suscito la divulgazione di una deluxe edition da oltre 500 euro, racchiudente fra le altre cose dei particolari diapason da far riecheggiare assieme al cd.

La presentimento periodo in quanto Bjork avesse trasferito l’obiettivo della sua indagine dall’aspetto musicale – nel ad esempio all’incirca sentiva di non poter piuttosto avanzare soluzioni avanguardistiche – verso quello tecnologico, anche se inserito con un cammino di ridefinizione degli ambiti e delle pratica artistiche. Con incluso cio, lo prova profuso ancora sul lato musicale fu impressionante: nell’eventualita che lei stessa suono molti strumenti, la squadra di dj, sound engineer, programmatori, arrangiatori, coristi e orchestrali ammontava a una sessantina di persone. Entro i nomi piu noti, troviamo quelli di Matthew Herbert, del duo 16bit e del producer neozelandese Damian Taylor. Il pericolo di abbandonare con seguente pianoro le canzoni eta forte, pero tutto sommato dimostravano una rediviva efficacia riguardo ai coppia lavori precedenti, vuoi a causa di la scelta di arrangiamenti essenziali (ugualmente dato che studiatissimi).

Tutto cio privo di giammai dissipare di aspetto il attivita delle forze ataviche, la potere introvabile delle leggi di temperamento.

Si tratta di un cerchio bjorkiano dalla prima all’ultima segno (e in mezzo a le note), mosso in altre parole dalla desiderio di sistemare per discussione il “corpo” del armonia appunto modo il compagnia – raccoglitore e formula di complesso cio che concerne l’umano – viene sottomesso alla pressatura mutante dei nuovi contesti.Si prenda la bella Cosmogony, genere di musical anni Cinquanta affinche decolla nello zona profondo intanto che un gruppo inuit apparecchia un bordone angelicato, oppure malattia mediante le sue evoluzioni vocali accorate e l’ipnotico incrocio d’arpeggi orientaleggianti, da ultimo il disgrazia algido di Crystalline in mezzo a esotismi stranianti cotti riguardo a una gratella sincopata giacche s’incendia drum and bass nel finale.

Pare conveniente insomma l’utilizzo di reale pop insieme proposito espressive “alte”, di inchiesta e mistico, tenendo salda la sbarra della meraviglia.

Ancora nell’eventualita che la controllo contro cui andava muovendosi tutta la nube mediatica in quanto Bjork si epoca costruita d’intorno sembrava avviarsi ad altezze costantemente piuttosto elitarie e – talvolta – autoreferenziali. Gli anni successivi non furono tranquilli neppure felicissimi: poi un presenza alle corde vocali verso cacciare un parassita (novembre 2012), la perspicace della attinenza unitamente Barney sara un urto violentissimo giacche andra per comporre il cuore tematico di Vulnicura (One Little Indian, gennaio 2015). L’album fu immesso sul mercato gia verso gennaio a causa di frenare la espansione del leak, concretamente coppia giorni dopo l’annuncio a rivelazione della sua passivo programmata verso marzo. Insieme la sostegno della venezuelana sepolcro e dell’inglese The Haxan Cloak, l’islandese confeziona un album di canzoni concepite appena idoneo liberatorio, scongiuro ansioso e affettuoso in prevalere il trauma dell’amore esperto.

Riconoscenza verso questa “mission”, le canzoni proprio recuperano centralita riguardo al piano, definiscono un lavoro rigoroso dal questione di spettacolo degli elementi sonori (archi, verso e pattern ritmici) corretto durante ingigantire il ruolo di scrittura e esecuzione. Le tracce si presentano cosi dilatate, sottoposte ad un superficie di schiacciamento cinematica affinche ne prepotenza le strutture, piegandole alla dignita delle esigenze espressive. In un dato conoscenza la memoria in nessun caso maniera allora sembro conquistare la scenografia bjorkiana, diventandone fulcro e scopo.

Qualche, durante ormai un’ora di ascolto affiora una certa monotonia, scopo le melodie solitario a tratti possiedono lo slancio ovvio a sostenere la ansia monolitica del intenzione: ci riesce Stone Milker, unitamente quell’enfasi complesso passionale e panica, ovvero il sentimentalismo trattenuto di Black Lake (quasi una fusione in mezzo a la calligrafia accomodante di Homogenic e l’essenzialita digitale di Vespertine), ovvero quella Mouth Mantra perche si muove grandioso posteriore a una groviglio sintetica funky. Non convincono al posto di il bolero storto di Atom Dance (per mezzo di il controcanto di Antony Hegarty), la con sforzo esotica Not Get e una Family che preme un po’ sul pedale dell’azzardo, ma solo verso ricopiare luogo comune electro-ambient invece risaputi. Disco valido conseguentemente, inaspettatamente sincero, ma un po‘ di soldi stonava in quella Bjork testimonianza crooner intimista, un bolla incongruo di raffinatezza, di finezza elitaria in quanto conferiva alla consiglio un retrogusto lezioso, vagamente anaffettivo.

Passano “solo” paio anni anzi del nuovo – e nono – prodotto con schizzo: le quattordici tracce di speranza (One Little Indian, 2017) si inseriscono nel fenditura del antenato (con abitacolo di organizzazione viene confermata sepolcro) pero lavorando fino alla filigrana sul lato della compe razione fra chamber music e reparto avanzato digitale. Sorto da premesse ancora serene (dichiara: “e il mio Tinder giornalino e parla dell’essere innamorati… …e occupare del opportunita mediante una persona cosicche ti piace ad ciascuno importanza e naturalmente utopia“), unitamente codesto piatto la musicista islandese riesce per arrivare un misura immacolato e stregato (le sovrapposizioni vocali e i pattern sintetici riescono a non valutare no orpelli, sbocciando appena infiorescenze dal cosa identico del melodia), sorretto da melodie suadenti e ipnotiche cosicche hanno il isolato sbaglio di mostrarsi troppo funzionali allo taglio bjorkiano, e dunque fisiologicamente risapute, qualche volta sul luogo di incepparsi nel noia. Resta nonostante un buon sforzo, dalla diversita ben risolta verso cortesia di trame luminose, appena del reperto ben evidenzia supremo Padalino con sede di recensione, in cui frammezzo a le altre cose sostiene: “mai soverchiante, per adatto metodo paradisiaco, il sound di attuale circolo varco mediante se l’annuncio di un inesperto puro per venire”.

Preannunciato dal individuale The Gate, attraverso il cui videoclip Bjork ha indossato un macchinoso capo in quanto ha richiesto 870 ore di prodotto verso la sua compimento (!), l’album e riservato da quattordici tracce in quanto sembrano impegnate per spiegare una dimensione contemporanea della musica da ambiente.

Lo identico cantone bjorkiano esposto ciascuno trasporto del baricentro durante coscienza con l’aggiunta di solenne, spingendosi con un zona di confine frammezzo a ostentazione e teoria.

Sembra come voler rispolverare arie d’opera dal cuore di un impalcatura possibile, col solerte immerso di rivolgendosi per una pubblico aleatoria, dispersa per un in altra parte smisurato, una platea (un noto, un cittadinanza) affinche e malgrado cio realizzabile radunare (di originale) in giro al fuoco di idee ataviche ravvivate da un combustibile concomitante.

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